Il consulente del lavoro: una professione davvero “al femminile”?
Analisi e riflessioni sulla situazione della categoria dei Consulenti del Lavoro in Italia, con particolare focus sulla componente femminile della professione.
Ciò che ne emerge è un quadro complesso, con luci e ombre.
Da un lato, la presenza delle donne tra gli iscritti agli Ordini dei Consulenti del Lavoro è in costante aumento, rappresentando ormai quasi il 47% del totale. Inoltre, le nuove leve sono sempre più al femminile, con le donne che costituiscono il 60,8% degli under 30 e il 55,3% della fascia 30-34 anni.
Tuttavia, i dati raccolti negli ultimi anni e di cui si dà ampia evidenza nell’articolo che potete leggere integralmente qui evidenzia anche significative disparità di genere. Le professioniste faticano maggiormente a conciliare vita privata e carriera, con il 69,3% che afferma che ciò ha influenzato negativamente il proprio percorso professionale. Emergono inoltre ostacoli nel mercato, come difficoltà nell’acquisire grandi clienti e nel vedere riconosciuto il giusto valore dei propri incarichi.
Nonostante la parità numerica, solo il 41,1% degli intervistati ritiene che le donne abbiano le stesse opportunità di carriera degli uomini all’interno della categoria. Questo sentimento è particolarmente diffuso tra le stesse professioniste, con oltre il 44% che percepisce una effettiva penalizzazione di genere.
Le difficoltà nella conciliazione famiglia-lavoro e le disparità percepite possano influenzare negativamente anche la sostenibilità previdenziale della categoria, in considerazione del maggior peso della componente femminile e del gender gap retributivo presente.
In conclusione, il quadro che emerge è quello di una professione in cui la presenza femminile è ormai significativa ma che deve ancora affrontare importanti sfide per raggiungere una vera parità di genere, superando gli ostacoli che le donne incontrano nella loro realizzazione professionale.
Per un approfondimento leggi sul LDE n. /2024 il contributo elaborato da Potito di Nunzio – Il consulente del lavoro: una professione davvero “al femminile”?