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    Inclusione lavorativa: la voce dei Consulenti del Lavoro al convegno del 28 ottobre

    Durante il convegno del 28 ottobre dedicato ai modelli di inclusione lavorativa, sono intervenuti Potito di Nunzio, Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Milano e di Fondazione CdL Milano, e Alessandro Graziano, Presidente ANCL UP Milano, portando il punto di vista della categoria su un tema centrale per il sistema produttivo e per il benessere delle persone nel lavoro.

    L’inclusione come responsabilità professionale e sociale

    Di Nunzio ha ricordato come chi opera quotidianamente nel mondo del lavoro non possa che essere sensibile al tema della diversità, in tutte le sue dimensioni.
    La disabilità – ha sottolineato – è solo una delle forme della diversità umana: “Siamo tutti diversi. E spesso in azienda la gestione di un abile è più complessa di quella di un disabile”.
    Per offrire un quadro aggiornato, di Nunzio ha illustrato alcuni dati significativi sul collocamento mirato in Lombardia:

    • 30–35.000 le persone disponibili al lavoro nelle liste del collocamento mirato, dopo una forte attività di pulizia e aggiornamento;
    • +8% l’aumento degli esoneri, indice di una preferenza ancora troppo diffusa nel “pagare” invece che attivare strumenti di inclusione effettiva;
    • una progressiva scomparsa delle mansioni intermedie, che rende più complesso l’inserimento di profili con competenze non altamente specialistiche.

    Nonostante le criticità, si registra una buona stabilità degli inserimenti: una volta inserite, le persone con disabilità rimangono mediamente in azienda, segno che lo strumento funziona quando vi è un reale investimento organizzativo.

    Le barriere normative da superare

    Di Nunzio ha poi ricordato alcune limitazioni che frenano lo sviluppo dell’inclusione:

    • in Lombardia non è possibile superare il 20% di inserimenti tramite cooperative sociali ex art. 14;
    • non è consentito realizzare forme di distacco verso cooperative sociali, nonostante potrebbero rappresentare un efficace strumento di flessibilità e crescita professionale.

    Questi interventi, ha aggiunto, richiedono azioni sia regionali sia nazionali, anche attraverso interpretazioni ministeriali più favorevoli.

    L’obiettivo è chiaro: creare contesti aziendali accoglienti, nei quali né la persona inserita né l’azienda “soffrano” l’ingresso. È il cuore dell’inclusione sociale, richiamata dallo stesso art. 38 della Costituzione.

    L’esperienza dei Consulenti del Lavoro sul territorio

    Nel suo intervento, Alessandro Graziano ha offerto la prospettiva operativa dei professionisti: i Consulenti del Lavoro sono l’anello di congiunzione tra norme, aziende e istituzioni, e possono svolgere un ruolo decisivo nella diffusione degli strumenti di inclusione.
    Ha ricordato il protocollo firmato insieme a Caritas, INPS e Ordine di Milano per favorire l’ingresso al lavoro delle persone più fragili, e l’impegno dell’associazione nel promuovere la conoscenza dell’art. 14 tra gli studi professionali.
    Graziano ha inoltre portato un esempio concreto: l’inserimento realizzato con un’azienda informatica milanese che, grazie al lavoro con Afol e con le cooperative sociali, ha definito una commessa di servizi e raggiunto la piena compliance normativa, ottenendo anche un ritorno concreto in termini di qualità dell’organizzazione.

    Uno strumento che funziona, da far crescere

    Entrambi gli interventi hanno ribadito l’efficacia dell’art. 14 del D.lgs. n. 276/2003, definito “uno strumento valido e concreto”, purché sia conosciuto e applicato correttamente.
    Le cooperative, le aziende, gli enti del terzo settore e i Consulenti del Lavoro rappresentano la rete che può far evolvere questo modello, permettendo:

    • alle imprese di adempiere agli obblighi e sviluppare progetti a valore sociale;
    • alle persone con fragilità di accedere a percorsi lavorativi dignitosi e stabili;
    • al territorio di trasformare l’inclusione in una leva di sviluppo.

    La sfida, come sottolineato da entrambi i relatori, è fare un salto culturale e normativo: riconoscere la diversità come valore, superare gli ostacoli legislativi e accompagnare le imprese verso politiche inclusive autentiche, sostenibili e coerenti con i principi ESG.

    Sotto i link al comunicato stampa JPN, alla gallery fotografica, a tutti i video dell’evento e il video dell’intervento di Potito di Nunzio e Alessandro Graziano.